lunedì 16 dicembre 2013

Le antifone maggiori in “O” in preparazione al Natale

“Queste ammirabili antifone contengono il succo della liturgia dell’Avvento”, così si espresse il noto liturgista P. Guéranger (1805-1875) in merito al canto di queste grandi Antifone al Magnificat durante la celebrazione dei Vespri negli ultimi sette giorni che precedono la vigilia del Santo Natale, nelle cosiddette “ferie privilegiate dell’Avvento” che vanno dal 17 al 23 Dicembre. Le antifone maggiori sono anche dette antifone O, perché cominciano tutte con il vocativo "O". Il loro uso è attestato già a partire dal medioevo (in Francia per esempio la loro esistenza risale già all’VIII secolo), mentre il loro numero ha subito delle variazioni diventando talora sette, talora nove, e addirittura dodici in certe regioni. Noi ci atterremo però al numero sette, essendo probabilmente quello più originale.
Venivano cantante ordinariamente con le celebri melodie gregoriane, ma son state musicate anche da diversi compositori quali il francese Marc-Antoine Charpentier (1643-1704), il massimo esponente della musica sacra barocca francese, soprannominato dai suoi contemporanei “la fenice di Francia”. Ma queste antifone sono sorprendenti non solo da un punto di vista musicale, ma anche se considerate da un punto di vista cristologico. Giorno per giorno le analizzeremo insieme una alla volta.

mercoledì 11 dicembre 2013

Un grande Maestro di Cappella, compositore e musicologo: Mons. Raffaele Casimiri (1880-1943)

Mons. Raffaele Casimiri (1880-1943)
Raffaele Casimiri nasce a Gualdo Tadino (PG) il 3 novembre 1880. Dopo la morte di suo padre Augusto Casimiri (sua madre era Margherita Angeletti) avvenuta nel 1889, suo zio Mons. Alessio Bucari Battistelli, canonico della Cattedrale ed insegnante di lettere nel seminario diocesano di Nocera Umbra, si prese cura del piccolo Raffaele ospitandolo nella sua casa e permettendogli di dedicarsi agli studi classici come alunno esterno al seminario.
Fu proprio qui che, avendo dimostrato una spiccata attitudine per gli studi musicali, iniziò come autodidatta ad apprendere i primi rudimenti musicali, esercitandosi durante le ore di svago su un pianoforte che si trovava all’interno del seminario.





Sognando di poter diventare un suo allievo, alla sola età di quindici anni decise di inviare al famoso maestro e organista Luigi Bottazzo (uno tra i principali e più autorevoli esponenti del cecilianesimo per il rinnovamento della musica liturgica in Italia insieme a L. Refice, C. Respighi, A. M. Amelli, O. Ravanello, A. De Santi e L. Perosi, secondo i canoni stabiliti dal Papa San Pio X) una lettera accompagnata da tre mottetti musicali per averne un giudizio. Bottazzo, congratulandosi con il giovane per le sue attitudini alla composizione sacra, lo volle come allievo, tenendolo con sé a Padova sino al 1899. Dopo aver compiuto gli studi di armonia, contrappunto, fuga e composizione, a diciotto anni si recò a Roma per perfezionare i suoi studi con De Santi e Amelli, e con il liturgista Respighi. Dal 1899 al 1900 fu nuovamente a Nocera Umbra e aveva poco più di 18 anni quando fondò la Schola Cantorum con la quale, il 9 febbraio 1899, in occasione della festa del patrono San Rinaldo, eseguì alcuni brani di musica liturgica da lui composti. Ma lasciò la città a causa dell'atteggiamento polemico del vescovo R. Anselmini nei confronti della sua musica, e dal 1900 al 1902 ritornò a Roma come insegnante di canto sacro nel Pontificio Seminario Vaticano e collaboratore del periodico Rassegna gregoriana, della cui direzione fu chiamato ad occuparsi insieme a De Santi e Respighi. A Roma, inoltre, conseguì nel 1905 i diplomi di organo e composizione presso l'Accademia di Santa Cecilia.

Venne ordinato sacerdote il 21 Giugno 1903 a Nocera Umbra, e in quello stesso anno fu nominato Maestro di Cappella a Calvi, poi a Teano e a Capua nel 1904. Nel 1905 fu chiamato a Perugia come insegnante di musica nel seminario locale e il 22 novembre 1906 fondò la Cappella Laurenziana al servizio della cattedrale formata da un centinaio di cantori. Questi anni perugini (1905-1909) furono di decisiva importanza per il suo futuro: qui egli si fece conoscere come docente, organista, direttore di coro, promotore di iniziative culturali: infatti organizzò lui per primo il congresso regionale di musica sacra. A partire dal 1 gennaio 1907, con l'approvazione dello stesso Pontefice, fu anche ideatore, fondatore e direttore del periodico Psalterium (1907), rivista ceciliana mensile per la cultura delle scholae cantorum, destinato ad avere un peso notevole nell'ambito della ricerca e dello studio della antica tradizione musicale sacra ma purtroppo interrotto nel 1918. Questo blog volutamente desidera rifarsi al titolo di queste pubblicazioni.

Qualche mese dopo, nel 1909, lo stesso Papa Pio X (che lo aveva conosciuto negli anni del soggiorno padovano e che era stato sempre uno strenuo sostenitore del movimento ceciliano) lo trasferì a Vercelli, diocesi di Sant'Eusebio, dove fondò una grande schola cantorum, la Cappella Musicale Eusebiana, formata da 120 elementi, alla quale fece eseguire il repertorio polifonico classico, portandola a una notorietà e a un livello di eccellenza artistica tale da non temere confronti.

Per le sue alte qualità di studioso ricercatore, interprete e didatta, sempre per desiderio dello stesso Pontefice nonostante le forti opposizioni del Card. De Lay, nel Novembre del 1911 il Capitolo Lateranense lo chiamò a Roma nominandolo per acclamazione Maestro di Cappella dell'Arcipapale Basilica del SS. Salvatore di S. Giovanni in Laterano. Contemporaneamente svolse anche attività didattica presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore come insegnante e direttore. Dal 1912 insegnò canto gregoriano e dal 1927 polifonia sacra e paleografia musicale nella Pontificia Scuola Superiore di Musica Sacra della quale fu anche direttore. Inoltre per oltre trent'anni occupò la cattedra di composizione sacra. Musicologo e ricercatore appassionato, si dedicò instancabilmente anche a minuziose e approfondite ricerche presso gli archivi storici delle basiliche, alla pubblicazione di antichi codici, alle esecuzioni - rimaste celebri - del grande repertorio polifonico classico, richiamando nella basilica lateranense un numeroso pubblico di musicisti e amatori. Col nucleo dei migliori esecutori della cappella lateranense organizzò nel 1916 i "Putti cantori". Nel 1918 fondò e organizzò la celebre Società Polifonica Romana, tanto che nel 1919 un membro della St. Gregory Musical Society di New York, venuto a Roma allo scopo di concordare una tournée della Cappella Sistina in America, e rimasto assai deluso per lo stato in cui essa si trovava, avendo ascoltato le esecuzioni polifoniche che si tenevano nella basilica di S. Giovanni, si rivolse proprio a lui per un ciclo di concerti negli Stati Uniti. Pertanto il 16 Settembre 1919 partì per la prima volta in America, riscuotendo un grande successo e arrivando addirittura ad essere ricevuto alla Casa Bianca dal Presidente degli Stati Uniti. In seguito, tra il 1922 e il 1925, con la stessa istituzione si presentò in molti paesi europei ed ebbe accoglienze trionfali e critiche estremamente favorevoli. Nel 1926 la Società diede concerti esclusivamente in Italia; tra il 1927 e il 1938 fu in tournées in Ungheria, America Meridionare, Francia, Svizzera, Polonia, Tunisia, e soltanto lo scoppio della seconda guerra mondiale poté rallentarne l'attività all'estero. L’ultima apparizione pubblica della Società Polifonica Romana avvenne a Roma nel marzo del 1940 per celebrare il ventesimo anniversario della sua fondazione. 

Sin dal 1924 aveva fondato e diretto la rivista Note di archivio per la storia della musica, sulla quale pubblicò gran parte degli appunti che costituivano il frutto delle sue pazienti ricerche nei fondi documentari di basiliche e cattedrali. e - spesso in puntate successive - studi di fondamentale importanza, tra cui si ricordano quelli dedicati a Palestrina, Ingegneri, Victoria, Lasso e agli Anerio. A partire dal 1924 svolse anche una intensa e importante attività di editore musicale: pubblicò tra l'altro (Roma 1924-34) Anthologia Polyphonica Auctorum Saeculi XVI, in due volumi, dedicata agli istituti di musica sacra e agli allievi dei seminari, e comprendente una abbondante produzione musicale italiana e straniera; la serie Societatis Polyphonicae Romanae Repertorium (Roma 1921-34), in sei volumi; iniziò nel 1929 la serie Monumenta Poliphoniae Italicae, in due volumi. Nel 1938 invece l'edizione dell'Opera omnia di Palestrina, progettata in trenta volumi, ma che essendo venuto a mancare, ha lasciato purtroppo incompiuta al diciottessimo volume. 

Fu anche chiamato a far parte del Comitato dei cinque dell'Istituto italiano per la storia della musica, fondato nel 1938, e nel 1939 fu nominato canonico dell'Arcipapale Basilica di S. Giovanni in Laterano. Per i suoi meriti di musicista, studioso e didatta fu fatto commendatore della Corona dal governo italiano. Fu membro della Accademia di S. Cecilia e accademico dell'Arcadia, vicepresidente della Associazione italiana di S. Cecilia. Negli ultimi anni della sua vita gli furono conferiti numerosi riconoscimenti e titoli accademici in Italia e all'estero. Morì a Roma il 15 aprile 1943.

La figura e l'opera di Casimiri ebbero una importanza di primo piano nel nuovo fervore di studi relativo alla musica sacra nel primo quarto del XX secolo. La grande versatilità di questo musicista, che fu compositore, maestro di cappella, direttore di coro, studioso, ricercatore, editore, didatta, presso varie chiese, tra cui la Chiesa Nuova (1887-1907) e S. Luigi dei Francesi, fu "disciplinata da un metodo severo, mossa da una direttiva unitaria".. la quale si può ravvisare nell'ideale ceciliano compiutamente espresso nel Motu proprio di San Pio X del 22 Novembre1901, mirante a recuperare l'antico patrimonio musicale sacro gregoriano e polifonico, e a imprimere nuova vita alla produzione musicale liturgica contemporanea, purificandola da ogni elemento indebitamente assorbito dalla tradizione profana ed elevandone lo stile a piena dignità d'arte. Muovendosi nella consapevole accettazione di queste direttive egli fu soprattutto un "suscitatore di energie", un pioniere della ricerca musicologica e persino un acceso polemista pronto a battere "sul duro ostacolo della inerzia e del cattivo gusto" (Dagnino). Divenendo egli stesso uno dei i principali esponenti del Movimento Ceciliano, lavorò assiduamente per la riforma e restaurazione del canto sacro e della musica religiosa, secondo la tradizione dei grandi polifonisti italiani (in particolare Palestrina).

L'attività che più assorbì le sue energie, e alla quale si dedicò appassionatamente fu quella di direttore di coro, in funzione della quale approfondì continuamente lo studio della polifonia classica e - come autodidatta - quello della paleografia musicale. Così come i benedettini di Solesmes impiegavano ricerche serie ed approfondite al fine di ricostruire una corretta esecuzione del patrimonio musicale gregoriano, analogamente egli si prefiggeva come scopo primario di richiamare in vita nella pratica esecutiva la grande polifonia sacra, in particolare quella italiana del XVI secolo. Profondamente interessato a capire e svelare il sistema metronomico degli antichi polifonisti, arrivò a formulare la teoria del tactus come equivalente ritmico regolare del polso umano; si oppose sempre a un tipo di esecuzione polifonica freddo e ieratico, imponendo il suo gusto per l'espressione viva e drammatica, a volte eccessivamente ricca di effetti dinamici. 

Nella formazione del suo stile di compositore ebbe peso determinante la conoscenza della polifonia classica più che lo studio regolare della composizione, nel cui ambito non ebbe la possibilità di compiere perfezionamenti dopo aver conseguito il diploma. La parte più significativa della sua produzione sacra è riunita nei 9 volumi dei Sacri Concentus, ma molti suoi lavori interessanti sono tuttora inediti. 

Quando San Pio X istituì la Scuola Superiore di Musica Sacra (oggi Pontificio Istituto) egli fu chiamato a insegnarvi, la sua attività didattica fu di fondamentale importanza nel quadro della rinascita musicale sacra che si attuava in quegli anni. Dotato di indubbio talento nello scoprire e valorizzare le particolari attitudini musicali dei diversi allievi, formò nuove leve di giovani musicisti, istruiti nello spirito degli ideali ceciliani e resi edotti in molte discipline affini o complementari alla composizione sacra, fornendoli di una vasta preparazione storico-culturale.
Celebri sono alcune sue composizioni mariane:



4) O Maria, quant'è felice - Inno del Pontificio Seminario Romano Maggiore: audio (http://www.seminarioromano.it/files/files/audio%20inno.MP3), spartito (http://www.4shared.com/office/0oRh6XNz/O_Maria_quant_felice_-_R_Casim.htm)

Di Raffaele Casimiri come studioso palestriniano, può essere utile ascoltare il Credo della Missa Papae Marcelli di Palestrina eseguito dalla coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina diretto dallo stesso Maestro, in una registrazione del 1935 circa (Disc PARLOPHONE London. no.kat. 2155 I, II. no. matr. 8370 , 8371): http://www.youtube.com/watch?v=4j-NqHMT0p8



Fonti e Bibliografia

Necr., in Riv. mus. ital., XLVII (1943), pp. 254-57; in Boll. cecil., XXXVIII (1943), pp. 57-63; Annuario del Pontificio Istit. di musica sacra, 1940-1941, p. 38; E. Dagnino, R. C., in Rass. musicale, XV (1945), pp. 113-16; H. Anglès,Commem. d. M° mons. R. C., in Boll. degli amici del Pont. Ist. di musica sacra, V (1953), 3, pp. 3-8; E. Biscontini, R. C., Gualdo Tadino 1974; H. Anglès, C., in Die Musik in Gesch. und Gegenwart, II, Kassel 1952, coll. 887 ss.; Enc. della musica Ricordi, I, pp. 426 s.; La Musica, Diz., I, pp. 363 s.

lunedì 9 dicembre 2013

L'accompagnamento organistico al canto gregoriano


Tanti sono i musicisti che si domandano se sia opportuno o meno l'accompagnamento organistico al canto gregoriano. L'organista liturgico, ancor di più oggi, non può fare a meno di scontrarsi con questo problema, che tanto fa impazzire i gregorianisti.

Sicuramente è necessario chiarire che il canto gregoriano di per sé è estraneo ad ogni basilare nozione musicale del musicista moderno (esso infatti segue le leggi della metrica, ma non possiamo parlare propriamente di tempo, né tanto meno di battute), pertanto dovrebbe essere impossibile accompagnarlo. Tuttavia analizzando il problema da un punto di vista musicologico, grazie alla scienza della semiotica, non possiamo fare a meno di notare come la notazione quadrata (priva di ogni indicazione legata al movimento, a differenza delle notazioni di San Gallo e di Lahon) e la trascrizione in chiavi moderne con tanto di indicazioni di andamento, ha portato sempre di più all'ormai diffusa pratica dell'accompagnamento organistico al canto gregoriano, che ha i suoi pregi indiscussi, ma anche i suoi difetti, perché di fatto ne snatura l'essenza sua propria, rinchiudendolo all'interno delle schematiche misure moderne.

Lasciando agli specialisti l'arduo compito di dibattere in merito a questa questione, desidero ora consigliarvi due libri che ho trovato online in formato pdf:

1) Il primo è il Liber Cantualis dei Monaci di Solesmes con l'accompagnamento organistico dei principali canti del repertorio gregoriano (evidentemente anche loro sono d'accordo all'accompagnamento organistico): http://www.saopiov.com/liturgicos/Liber-Cantualis-Organo-notacaomoderna-harmonizado.pdf

2) Il secondo è manuale di Accompagnamento al Canto Gregoriano di Julius Bas: https://archive.org/details/metodoperlaccomp00basg

Inoltre per reperire dell'ottimo accompagnamento organistico al canto gregoriano, consiglio di visitare questo sito: http://www.ccwatershed.org/

Indubbiamente la purezza del canto gregoriano dell'VIII secolo non potrà mai più essere raggiunta. Però abbiamo diversi strumenti per poterci accostare a quella naturalezza in maniera più adeguata.
L'accompagnamento organistico, se unito a delle buone conoscenze semiologiche, può rendere un buon servizio al canto gregoriano e alla Liturgia.